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fonte: http://www.nonsprecare.it/allenatore-in-carrozzina?refresh_cens
Mister del Domina Neapolis, Antonio Genovese, oggi quarantenne, è paraplegico da quando è adolescente ma non si è mai arreso. Ha combattuto per il suo sogno e oggi è un allenatore vincente e rispettato. Per riuscirci, però, ha dovuto superare le vere barriere con le quali hanno a che fare i disabili: quelle mentali

ALLENATORE IN CARROZZINA

I limiti esistono solo se siamo noi a metterli. È questo il mantra che ispira giornalmente Antonio Genovese, allenatore di calcio femminile che in campo fa volare le sue ragazze, nonostante sia costretto su una sedia a rotelle. Paraplegico da quando ha 15 anni, infatti, è convinto che oggi le vere barriere non siano quelle architettoniche, che in un modo o in un altro si superano, ma quelle mentali che ancora bloccano troppi disabili e ne inibiscono i sogni. Antonio la sua sfida l’ha vinta e oggi, assecondando il motto “crederci sempre”, è diventato un allenatore molto rispettato e vincente che attualmente alle sue dipendenze ha le ragazze del Domina Neapolis in serie B (girone D), squadra di calcio femminile campana. Anche se un giorno sogna di allenare la Lazio, la sua squadra del cuore tra le donne.

Antonio è milanese d’origine e di lavoro fa l’impiegato. Oggi è alla soglia dei 40anni e ormai sono quasi 25 anni che è costretto su una sedia a rotelle a causa di un incidente stradale in Sicilia. Nei giorni successivi a quella tragedia, ha ricordato Antonio in una recente intervista, aveva due strade da poter percorrere: “diventare un vegetale o vivere. La vita, a parere mio, è un dono da vivere, quindi ho optato per la seconda scelta”.

ALLENATORE CALCIO FEMMINILE

Antonio non è nato come allenatore femminile, agli inizi della sua carriera infatti allenava gli uomini e solo con il tempo è nato l’amore per le donne. Un giorno, infatti, è andato a vedere un’amica giocare ed è rimasto piacevolmente colpito nel vedere come passione, cuore, grinta non erano affatto inferiori ai colleghi uomini. Così è passato sull’altra sponda con l’obiettivo di far crescere il movimento calcistico femminile italiano, che secondo Antonio è fin troppo sottovalutato. Oggi quando allena punta certamente ai risultati e ai trofei ma alla fine le vittorie più belle sono rappresentate dalla stima delle sue calciatrici che anche ad anni di distanza continuano a chiamarlo “mister”.