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Subito dopo le dichiarazioni choc rilasciate da Coach Carolina Morace abbiamo contattato il mister in carrozzina Antonio Genovese per sapere la sua in proposito…ecco le sue dichiarazioni al veleno.

Salve mister Genovese, un suo giudizio in merito alle accuse di razzismo e omofobia lanciate dal coach Carolina Morace

“Purtroppo ha ragione, sull’omofobia credo di sì ma non ho termini di paragone con altri Paesi per poterlo affermare con certezza… certo, avendo vissuto cinque mesi a Londra e confrontandomi con persone anche in altri Paesi, sulla presenza del razzismo non posso che confermare.

Logicamente non bisogna fare di tutta un’erba un fascio però…

Ci tengo a precisare che per razzismo non si debba intendere solo chi discrimina una persona per il colore della pelle ma…vi sono diversi i tipi di discriminazione e, mi vorrei soffermare su ciò che … in Italia… vivo in prima persona…la discriminazione per chi viene considerato “diverso”… chi parla, si veste, cammina  “diversamente” o.. nel mio caso, non cammina più.

In un Paese civile non dovrebbero esserci differenze e dovremmo essere Tutti uguali ma all’atto pratico così non è”.

Ritiene che l’ingerenza delle società maschili nel femminile abbia portato degli svantaggi ?

“Sicuramente ha aiutato e molto in termini di visibilità, riconoscimenti verso un movimento, calciatrici ed alcuni mister, troppo declassato sino a poco tempo fa ma, ha anche portato degli svantaggi come la svalutazione di diversi allenatori da anni operanti nel femminile a favore di alcuni Mister provenienti dal maschile con zero o poca esperienza nel femminile; certo anche qui le eccezioni ci sono…un esempio ne è Ganz col Milan che tanto bene sta facendo da quando ha sostituito Coach Morace e Piovani che benissimo sta operando a Sassuolo e benissimo aveva fatto prima a Brescia”.

Si è mai chiesto come mai dopo aver toccato l’apice della sua carriera con la promozione in A con l’Empoli, non l’abbiano più richiamata ad allenare?

“Sinceramente questa domanda vorrei farla a chi mi fa tanti complimenti a voce, scritti ma poi… quando è il momento di cambiare una guida tecnica non mi chiama e molti di questi li conosco da diverso tempo ma poi…

Neanche diciottenne iniziai a lavorare come Osservatore per il Settore Giovanile maschile dell’F.C. Internazionale dove vi restai dal ’96 al 2006, nella stagione 2011-2012 stesso ruolo per il Monza…in mezzo a questo periodo ho anche iniziato parallelamente ad allenare la rappresentativa nel torneo di classe (giungendo con una prima classe al secondo posto contro una quinta con alunni/giocatori di almeno 4 anni più grandi), tornei amatoriali di calcio a 7 …amatoriali perché tutti mi dicevano che essendo in carrozzina non potevo essere un allenatore e, questo mi venne detto anche da esponenti della FIGC…

Questo sino all’estate del 2010 perché ho un difetto, o pregio dipende dai punti di vista, non arrendermi mai e lottare per ciò in cui credo …lottare DA SOLO SENZA MAI, ribadisco MAI, chiedere favori.

Quell’estate lessi tutti i bandi dei corsi indetti dal Settore Tecnico della FIGC e scoprii che a novembre sarebbe uscito a Milano un corso per “Allenatore di Base – Diploma B UEFA” in cui si dava la possibilità a due “soggetti” diversamente abili di partecipare….in base all’allora art.5 …successivamente nel 2018 divenni, e sono tutt’ora, il Primo ed unico Allenatore Professionista con disabilità d’Italia, e forse d’Europa, e, per accedere qui non c’erano corsie preferenziali ma solo il frutto della gavetta da fare che in parte di seguito esporrò..

Sono un Allenatore Professionista UEFA A, requisito obbligatorio per allenare in Serie A e B femminile, ed il mio curriculum parla da se…due stagioni da Collaboratore Tecnico in Serie A con la Res Roma dell’amico e collega Melillo e per quanto era di mia competenza ho contribuito anch’io ad ottenere la salvezza sul campo, Allenatore e Responsabile Prima Squadra con la Domina Neapolis ed Apulia Trani, in Serie B, con salvezze ottenute sul campo con entrambe le squadre, Vice-Allenatore e Responsabile della tattica dell’Empoli con annessa Promozione in Serie A…tra l’altro nel calcio c’è sempre un po’ di scaramanzia e…i due anni in cui ero alla Res Roma la categoria Primavera prima con Mister Piras poi con Mister Melillo divenne Campione d’Italia e stessa cosa successe con l’Under16 dell’Empoli maschile…. porterò fortuna?

Facendo anche presente che degli obiettivi prefissati ad inizio stagione i risultati ottenuti non solo sono stati raggiunti ma superati…basti pensare che ad Empoli il Mister vinse anche la Panchina d’Argento e tra le motivazioni vi era: “per la tattica espressa in campo”… ero il Responsabile della tattica. ma… restai a casa…

Perchè quindi non mi abbiano più chiamato? Premetto una cosa…non mi hanno più chiamato in Italia…in Inghilterra sì e sono stato (ho tanto di email che lo comprovano) tra i candidati per diventare Head Coach della Nazionale Inglese femminile, Nazionale Belga, del Canada e della Scozia….

Leggendo questo la domanda giustamente se la pone anche chi legge…la risposta è semplice… non sono uno “Yes Man” e soprattutto sono in carrozzina….in Italia tanto si dice che bisogna favorire l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro ma poi ciò rimane utopia… prima dell’avvento del maschile le società erano più ambienti “familiari” e la meritocrazia veniva premiata…con l’avvento del maschile si guarda molto anche all’immagine …per fare un esempio banale…mai una squadra femminile…eccezion fatta per la Nazionale…vedeva un proprio allenatore in giacca e cravatta societaria.

A conferma di ciò, giusto pochi numeri, contando solo le ultime due stagioni di Serie A e B, si contano in totale 50 squadre con ben, ad oggi, 21 allenatori che si sono avvincendati ma… io non sono mai stato interpellato, nonostante questa stagione abbia deciso di avvalermi di un procuratore serio come Luca Grippo, approcci ma poi le scelte ricadono su altri… allenatori o allenatrici che avevano deciso di non allenare più o quanto meno non subentrare a stagione in corso (ed invece lo hanno fatto) o, mai come nelle ultime due stagioni gli allenatori della Primavera o Under17 chiamati ad allenare o sedersi in panchina..alcuni con prestanome con il patentino necessario, in Serie A e B…anche in C per quanto ne so, dove addirittura vi sono tecnici che non hanno alcun tipo di patentino…in C è obbligatorio il UEFA B..in distinta per l’arbitro non figurano come Mister ma dalle società vengono presentati, rilasciano interviste come Allenatori.

Che senso ha studiare, prendere il patentino, fare aggiornamenti se poi succedono certe cose?

“Il senso ce l’ha… è corretto e giusto che alle atlete venga dato il meglio però poi…succedono…anche queste cose e, addirittura preparatori atletici che dopo aver preso il Uefa B, vengono chiamati almeno come Vice-Allenatore.

Perchè all’estero società blasonate di livello mondiale e meno….praticamente tutte… ad eccezione dell’Italia premiano la meritocrazia e non guardano ne giudicano la carrozzina ma guardano il Mister, la persona per i risultati ottenuti? Per me questa è la normalità non quella italiana dove una persona in carrozzina è una persona che a parere di chi potrebbe scegliere potrebbe avere problemi..”come fa?” …”e per muoversi?”…. queste domande dovrei farle io e non me le pongo perché per me è la società che non dovrebbe porsi domande ma scegliere per le capacità e, se le capacità ci sono… essere essa stessa ad eliminare le barriere architettoniche e mentali ma…non porsi questi problemi e scegliere una persona “normodotata” è più semplice e ciò crea “meno problemi” con tifosi/barriere.

In Italia mi piacerebbe un giorno allenare/collaborare, tra l’altro, con la Fiorentina o il Napoli… il Presidente Commisso ha vissuto gran parte della propria vita in America e lì la meritocrazia è da sempre premiata e sono sicuro ci potremmo togliere tante belle soddisfazioni (ciò però almeno nel breve periodo risulta molto difficile in quanto è allenata da un tecnico molto preparato come Mister Cincotta); Il Presidente Carlino mi ricorda molto il Presidente Moratti nei miei dieci anni all’Inter per passione, competenza ed attaccamento alla squadra e poi la piazza di Napoli è per me magica..già vissuta ai tempi della Domina Neapolis (tra l’altro nel derby col Carpisa li battemmo in casa loro 1-0)”.

I motivi che dovrebbero consentire alle società di calcio femminile italiano di credere in lei come allenatore

“A parer mio non ci sono motivi diversi per me o per un allenatore “che cammina” ma dovrebbe valere sempre la meritocrazia. Nella domanda si sottolinea “calcio femminile italiano” e, è corretto in quanto…seppur bello e stimolante, perchè da italiano dovrei emigrare all’estero quando vi sono tantissime squadre in Italia?”.

Le fa più paura la disabilità fisica o la chiusura mentale della società che non dà fiducia ad un allenatore titolato e meritevole come lei?

“Sinceramente non mi fa più paura nè uno, nè l’altro, specialmente la disabilità fisica che non vedo come un limite ma come un qualcosa in più… il voler dimostrare di poter superare le “difficoltà” apparenti… tra l’altro ci tengo a sottolineare che io non sono solo un Allenatore Professionista ma anche un’Osservatore calcistico e Match-analyst oltre ad avere la certificazione di Scout di Primo Livello della Football Association inglese, il Patentino come Grassroots Coaching License dell’United Soccer Federation americana e l’essere Scout e Collaboratore per l’OSA Seattle e College Life Italia.

Se proprio devo scegliere direi che purtroppo in Italia le barriere mentali sono maggiori di quelle architettoniche e più pericolose perché insite nella mente di molte persone.

Molte persone con barriere mentali sono però anche le prime a farmi complimenti, elogi e…chiedere favori…. suggerire o chiedere di indirizzare giocatrici per poi…scegliere altri Coach…un po’ di coerenza non guasterebbe”.